Mare nostrum

di Filippo Romeo e Alberto Cossu

Dallo scoppio delle primavere arabe nel 2011 il Mediterraneo si presenta instabile con innumerevoli s de quali terrorismo, fondamentalismo islamico e flussi migratori. Abbiamo messo a confronto i pareri del Generale dell’Esercito Giuseppe Morabito e dell’Ammiraglio di Squadra Mario Rino Me

Generale Morabito come, e in che misura, l’instabilità del Mediterraneo incide sulla sicurezza dell’Italia?

Il problema della sicurezza dell’Italia e del Mare Nostrum va visto sia nell’aspetto sicurezza economica sia per quanto ha tratto con la sicurezza sociale. Per quanto riguarda la sicurezza economica e l’instabilità sono certo che finché il governo egiziano garantirà la stabilità dell’Egitto, inclusa la navigabilità del Canale di Suez, non avremo problemi dal momento che una volta superato Suez i traffici provenienti dal Mar Rosso continueranno a raggiungere senza di coltà i principali porti italiani. Per le altre rotte mediterranee vi sono al momento problemi visto che le recenti elezioni in Turchia, pur nei dubbi di regolarità, hanno confermato la stabilità della “dittatura mascherata” del nuovo cali o Erdogan. Vi è, inoltre, da aggiungere che le principali attività commerciali non vengono disturbate né dalle operazioni in Siria, né dal traffico di profughi provenienti dal Nord Africa, tantomeno, al momento, ci sono problemi da parte tunisina per quanto riguarda le attività di pesca nel canale di Sicilia. Unica problematica aperta è quella della libera attività petrolifera sulla sponda libica sia in Tripolitania sia in Cirenaica.

Ammiraglio Mario Rino Me, le minacce che provengono dal Mediterraneo potrebbero nel lungo periodo incidere sulla capacità dell’Italia di garantire una efficace difesa e sicurezza nazionale?

Le minacce sono quelle che hanno l’intento e la volontà di arrecare dei danni, di fare del male; di contro, le s de possono rivelarsi delle opportunità se ben governate. Pertanto è bene precisare che l’immigrazione non è una minaccia ma una sfida transnazionale. Il terrorismo indica un metodo, un modus operandi, e non bisogna confondere il modo con il fine: il fine è politico, il metodo è quello del terrorismo. Se si confonde il fine con la modalità si rischia di limitare la gamma degli strumenti. Infatti, non può esserci solo una risposta hard, militare, la militarizzazione della minaccia. Vi sono anche altri tipi di strumenti, come quelli culturali di cui si parla tanto. Per venire alla domanda, devo precisare che tra area mediterranea e Mediterraneo allargato non vi è differenza. La globalizzazione, l’interdipendenza, l’interconnessione ha allargato il perimetro mediterraneo al di là di quella che è la massa liquida marina. Il Mediterraneo possiamo intenderlo anche come concetto geopolitico e storico e come tale non è più solo il nostro Mediterraneo, che Lacoste chiama euroarabo, ma potrebbe essere il Mediterraneo euroafroasiatico, cioè dei punti in cui convergono delle masse continentali.

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