Oltre il Terzomondismo

Di Marco Giaconi

La strada possibile verso un’autonomia migratoria intra-africana

La crescita reale delle 54 economie regionali del continente nero è stata, dopo la crisi del 2016, del 3,6% nel 2017, del 4,1% che si prevede per tutto l’anno in corso, e di un probabile 4,5% nel 2019. Una crescita lenta ma stabile del PIL che dura da almeno dieci anni e non sembra collegata ai cicli finanziari occidentali. Ovvio, le materie prime africane sono a prezzi bassi, ma stabili da molti anni.

Sul piano monetario, a parte le 14 nazioni che usano il Franco CFA (che è a cambio fisso con l’Euro), tutte le valute africane hanno per- so dal 20 al 40% del loro valore in rapporto al dollaro USA.

Nelle economie africane ad alta presenza di materie prime, vi è oggi una crescita sensibile dei mercati interni, crescita che è collegata a una diminuzione della quota di popolazione operante nell’agricoltura. I salari non agricoli sono maggiori di quelli dei contadini, si crea quindi una qualche domanda interna. E allora, perché emigrano in così tanti verso il Mediterraneo e gli altri Paesi africani? Semplice: perché anche questo è un modo di accelerare lo sviluppo economico dei 54 Paesi del continente nero. Meno esercito industriale di riserva in Africa, salari più alti, piena occupazione e sostegno ai redditi da parte delle organizzazioni umanitarie occidentali. Ecco la formula.

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