Porti chiusi: tra diritto, politica ed etica

Di Giovanni Colla

Chiudere i porti o lasciarli aperti ha creato un importante dibattito tra l’opinione pubblica e gli addetti ai lavori, dando luogo a opinioni diffusamente contrastanti che spesso vengono arricchite da inutili proclami o affermazioni di “appartenenza” dei soliti soloni. Una breve indagine su aspetti normativi e risvolti politico-etici può senz’altro, nello spirito di questa rivista, agevolare il lettore per una più facile formazione del proprio convincimento sulla legittimità o meno di una scelta tanto radicale.

La questione, infatti, investe importanti aspetti di diritto con fondamentali risvolti etici che la politica, spesso goffamente, cerca di governare non sempre adeguatamente. Sicuramente la condizione attuale degli Stati, in particolare dell’Italia, non può prescindere da un approccio legale al fenomeno migratorio correndo il concreto pericolo, oltre che di non governarlo, di subirlo con possibili gravissime conseguenze sul piano interno e una indubbia rilevanza per l’analisi del rischio per la comunità.

Per continuare a leggere abbonati alla rivista